"Il
messaggio che ho cercato di trasmettere è molto semplice: se
la biologia viene insegnata in modo da sviluppare un senso di
meraviglia e di rispetto per la vita, e se lo studente si sente
internamente arricchito dai suoi studi, allora si porrà, come
obiettivo della propria, il preservare e il proteggere tutta la vita
e dedicherà, io credo, se stesso a un mondo migliore e più
umano per gli animali e per la specie umana".
prof. George Russell, professore di Biologia all'Università di
Adelphi e editore della rivista Orion (AV Magazine, estate 1996)
Nelle Università con indirizzo scientifico esistono due tipologie principali di laboratorio:
a) i laboratori di tesi di laurea;
b) i laboratori didattici.
Nei laboratori di tesi di laurea viene svolta l'attività di ricerca; vengono spesso condotte prove di sperimentazione su animali vivi. Lo studente incontra questi laboratori alla fine del proprio piano di studio.
I laboratori didattici sono invece quelli che lo studente incontra subito: alcuni laboratori sono inseriti all'interno del primo anno di corso; altri negli anni successivi; nella maggior parte dei casi comunque sono inseriti all'interno dei bienni o trienni propedeutici, prima delle specializzazioni.
In Italia, l'utilizzo degli animali a fini sperimentali è regolamentato dal decreto legislativo del 27 gennaio 1992, D.Lgs. n.116 che recepisce la direttiva CEE n.86/609/CEE:
Gli esperimenti di cui all'art. 3 possono essere eseguiti soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile, che non implichi l'impiego di animali. In deroga all'articolo 3, comma 1, il Ministro della Sanità autorizza gli esperimenti a semplice scopo didattico soltanto in caso di inderogabile necessità e non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi.
L'altra legge che, soltanto in Italia, regolamenta l'argomento in esame è la n. 413 del 12 ottobre 1993: "Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale".
Nelle Università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All'interno dei corsi sono attivate, entro l'inizio dell'anno accademico alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell'esame.
La legge n.413 obbliga le strutture a fornire allo studente modalità di insegnamento che non prevedono l'utilizzo di animali ma, in caso di esistenza di metodi sostitutivi utilizzabili, lo stesso utilizzo di animali non dovrebbe essere permesso in quanto, secondo il decreto n.116, cade il caso di inderogabile necessità data appunto la possibilità di ricorrere ad alternative.
Si configurano solo due possibili situazioni:
I problemi di carattere giuridico ed organizzativo verrebbero automaticamente risolti con la realizzazione di un unico laboratorio che prevedesse, per tutti gli studenti, l'utilizzo di metodologie sostitutive.
A partire dal settembre 1998 sono state intraprese da parte di alcuni gruppi e associazioni antivivisezione alcune iniziative per ottenere l'abolizione della sperimentazione didattica a livello locale; ciò è stato fatto per un duplice scopo: salvare la vita di centinaia di animali e creare le basi per una eventuale abolizione totale di questo tipo di esperimenti su tutto il territorio nazionale.
Sono state coinvolte Amministrazioni comunali e provinciali, Università Facoltà scientifiche, è stata organizzata la pubblica firma di protocolli di intesa, gestito e finanziato l'acquisto di materiale didattico sostitutivo dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra, ottenuto dichiarazioni ufficiali su verbali di consigli di facoltà contro la sperimentazione didattica.
Di seguito vengono elencati i risultati raggiunti.
Atenei che hanno rinunciato ufficialmente alla sperimentazione animale a scopo didattico e, in alcuni casi, hanno da noi ricevuto forniture gratuite di materiale didattico:
109 corsi di laurea su 144 non usano animali nella didattica - il 76% del totale; sono 26 le università completamente libere dalla sperimentazione didattica su animali (date le dichiarazioni delle singole facoltà che ne fanno parte): Benevento, Bologna, Brescia, Camerino, Catania, Catanzaro, Chieti, Ferrara, Foggia, L'Aquila, Lecce, Modena-Reggio Emilia, Napoli II Università, Cattolica di Roma, Campus Biomedico di Roma, Palermo, Parma, Teramo, Terni, Torino, Trieste, Udine, Urbino, Varese, Verona, Viterbo.
Ecco la lista delle facoltè che non usano animali:
Facoltà di Medicina e Chirurgia:
Facoltà di Medicina Veterinaria:
Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali:
Amministrazioni Regionali e Comunali che si sono pubblicamente dichiarate contrarie alla sperimentazione didattica o disponibili ad accordi con gli Atenei per la sua abolizione:
David Bates, il più eminente insegnante di biologia dell'Oregon (Oregon's Most Outstanding Biology Teacher) nel 1990: "Dobbiamo fermare il rituale della dissezione come parte integrante del curriculum biologico. Non è significativo. E' una perdita delle nostre risorse di animali. E' costosa. E sottrae tempo e risorse ad altri fondamentali argomenti in biologia".
Prof.ssa A. Colombo, docente di Biologia dello Sviluppo presso il corso di laurea di Scienze Ambientali, Università di Milano: "... è certamente possibile organizzare con efficacia una attività didattica che non coinvolga direttamente l'utilizzo di animali ma che venga opportunamente supportata con altri efficaci mezzi di comunicazione."
Prof.ssa Santagostino, docente di Tossicologia presso il corso di laurea di Scienze Ambientali, Università di Milano: "... Per quanto riguarda le esercitazioni dei corsi sarebbe anzi auspicabile il ricorso a materiale fotografico o televisivo perchè in tal modo lo studente ha la possibilità di vedere molto meglio l'esercitazione."
Donald E. Doyle, medico chirurgo: "La suggestione che un chirurgo sia migliore per il suo allenamento condotto tramite ... dissezione di rane nel suo curriculum scolastico, è totalmente infondata".
David O. Wiebster, medico neurologo: "Dalla prospettiva di un medico impegnato nella pratica clinica, nell'insegnamento e nella ricerca, sono giunto alla conclusione che uccidere e sezionare animali non solo non è necessario ma addirittura controproducente nell'addestramento di medici e scienziati".
Suzanne Cliver, medico veterinario: "Io dubito fortemente che uno scienzato o un medico di successo possano attribuire i loro successi all'esperienza scolastica della dissezione".
Eric Dunayer, medico veterinario: "La mia personale esperienza di studente delle scienze della vita, di assistente ricercatore e di veterinario mi hanno convinto che la dissezione ha poca rilevanza nell'apprendimento dei processi vitali".
Nina J. Haddock, Ph.D., psicologo clinico: "La causa dell'insegnamento non soffrirebbe se la dissezione delle rane venisse abolita dal curriculum scolastico".
Crimini nascosti
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Se non hai il coraggio di guardare cosa succede nei laboratori di vivisezione, a maggior ragione: